INNOVATIVE GREE VISION
IMPIANTO SPERIMENTALE DI TRASFORMAZIONE MANUFATTI IN CEMENTO-AMIANTO
A differenza degli altri processi di destrutturazione molecolare dell’amianto, la nuova metodologia di processo messa a punto dal gruppo di ricerca coordinato dal Prof. Roveri non si configura come un semplice trattamento termico, ma si basa principalmente su processi di natura chimica che avvengono in reattori ermetici e senza alcun rilascio di emissioni in atmosfera.
Il processo sfrutta, nella sua fase iniziale, le proprietà acide del siero del latte esausto e la sua capacità di aggredire e decomporre a temperatura ambiente la matrice cementizia dell’eternit. Le fibre di amianto liberate dalla matrice cementizia vengono quindi fatte reagire a temperature moderatamente alte (circa 150 °C) con acido fosforico ed alluminio, che completano il processo di trasformazione molecolare dell’amianto.
Dal punto di vista operativo, il processo si articola nelle seguenti fasi:
- triturazione fine (1 mm) dei manufatti in cemento-amianto in ambiente rigorosamente confinato;
- trasferimento dei materiali triturati in reattori ermetici in cui viene immesso del siero di latte esausto in proporzioni pari a circa 7 litri di siero per Kg di RCA;
- fase di decomposizione della matrice cementizia dei RCA in siero di latte, a temperatura ambiente con produzione di CO2 (che viene estratta, immagazzinata e compressa in gazometri per poi essere commercializzata);
- introduzione nel reattore di alluminio e acido fosforico, con aumento di temperatura fino a valori di circa 150 °C alla pressione di 2 atm e conseguente avvio della “fase idrotermica” (della durata di circa 6 ore) in cui avviene la decomposizione dell’amianto in ioni metallici e silicato;
- fase di raffreddamento e successivo trasferimento in serbatoi di decantazione;
- separazione del surnatante destinato ad impianto di depurazione e del fango utilizzabile in processi di produzione di fertilizzanti.
Tutti i processi si svolgono in un’ambiente confinato, ovvero all’interno di reattori ermetici comandati e monitorati in continuo per mezzo di un sistema di controllo computerizzato. Inoltre, il processo è completamente robotizzato e non prevede alcun operatore umano a contatto con l’amianto o con le altre componenti di processo. La fase più critica, ovvero quella di pre-triturazione dell’eternit, verrà condotta in ambienti sigillati e costantemente sottoposti a depressione. Le polveri prodotte dalle fasi di triturazione saranno aspirate in continuo da un sistema depressurizzato con filtri a maniche, successivamente recuperate e immesse nel circuito di trattamento.
Il processo descritto, presenta delle potenzialità applicative di rilevante importanza, in quanto affronta e risolve ben due diverse e distinte problematiche , ovvero quella dello smaltimento in sicurezza dei RCA e del siero di latte.
Il rapporto tra RCA e siero di latte è pari a 1:7, pertanto per ogni tonnellata di RCA occorrono 7 tonnellate di siero di latte.
In Puglia, la produzione casearia presenta una forte concentrazione di stabilimenti nelle provincie di Bari e BAT, dove esiste quindi una potenziale disponibilità di siero di latte superiore alle 300.000/Ton/Anno. SI è scelto quindi, di localizzare l’impianto industriale in quest’area per ottimizzare tutte le attività logistiche (trasporti e forniture) necessarie ad approvvigionarlo del siero di latte necessario alle esigenze di processo.
Per sviluppare l’applicazione del metodo su scala industriale sono previste delle verifiche e delle prove da espletare in un impianto sperimentale, in fase di autorizzazione, con realizzazione nella zona industriale di Cavallino (LE).